Operai dell'ALCOA in rivolta a Cagliari. http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/associata/2012/08/24/ALCOA-OPERAI-GETTANO-MARE-STOP-TRAGHETTI_7373538.html Siamo con loro (raccomandiamo solo di prestare attenzione a procurare il minor disagio possibile ad altri lavoratori che magari in questo momento devono usufruire dell'aereo a Porto Torres o dei traghetti a Cagliari). Quella dell'ALCOA è una delle gravissime crisi produttive irrisolte in Italia. Per riassumerle si veda l'articolo del Messaggero di oggi: http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/rassegna_stampa/pdf/2012082422452320.pdf Certo siamo d'accordo con chi dice che ciò è il frutto di anni di distrazioni e assenze dei governi nazionali sul versante delle politiche industriali che hanno determinato la scomparsa e lo sfarinamento di interi settori e filiere, la perdita negli ultimi cinque anni del 10% della base occupazionale dell'industria, la contrazione forte di produzione, ordinativi e fatturato. E che il governo dovrebbe costruire risposte rapide al tema dell' inadeguatezza delle infrastrutture, specie nel Mezzogiorno, la riduzione della pressione fiscale, l'accesso al credito, il riordino della Pa , la rimodulazione degli incentivi.
Ma non c'è più tempo nè per attendere che questa trasformazione radicale del nostro Paese abbia compimento (ci vorrebbero decenni e intanto gli operai e le loro famiglie cosa mangiano?) nè per adeguarsi ai tempi della concertazione (la quale avviene da anni nelle stanze del Ministero dello Sviluppo Economico e questi sono i risultati) nè avrebbe senso continuare per anni con i pannicelli caldi degli ammortizzatori sociali "cronici".
Qui ci sono due soggetti precisi, Ministero degli Esteri e Ministero dello Sviluppo Economico che non assolvono al compito di ricercare all'estero (e in fretta) nuovi acquirenti. Ciò, per l'ALCOA è quantomeno successo da marzo. L'affermazione che questo compito sia stato demandato alla multinazionale uscente fa rizzare i capelli. Ma a nessuno è venuto in mente che quest'ultima potrebbe non avere l'interesse a favorire suoi concorrenti esteri?Quindi, cari sindacati, sveglia. Non aspettiamo che siano gli operai a rischiare il posto e la vita. Bussiamo alle porte giuste e sfatiamo i tabù (uno dei quali ad esempio è l'istituzione di zone franche fiscali). Altrimenti viene il sospetto che qualcuno voglia far marcire queste situazioni per favorire acquirenti interni italiani a prezzi stracciati. E non sarebbe la prima volta. Gli operai protestino ma osservino e vigilino sulla lealtà di chi è ora apparentemente al loro fianco.
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